Buona festa di Gesù Nazareno

Grazie per l’amicizia e per la preghiera e l’impegno che ciascuno assicura alla comunità parrocchiale. Nel giorno della nostra festa desidero ricordarvi tre parole che papa Francesco ha rivolto nei giorni scorsi a Firenze alla Chiesa italiana.

Umiltà: significa smettere di essere ossessionati dalla propria gloria, dal giudizio degli altri, dal sentirsi in qualche modo superiori per cultura, per ceto sociale o addirittura per fede; rifiutiamo qualunque pensiero ci faccia sentire superiori agli altri.

Disinteresse: è cercare la felicità di chi ci sta accanto più che la nostra, è sapere che i cristiani vanno controcorrente e sono portatori, nel nome del Signore misericordioso, sempre e comunque, di perdono e pace; anche in frangenti storici drammatici come quelli che stiamo vivendo.

Beatitudine: è la gioia del Vangelo, di cui siamo indegni portatori, ma che deve sempre caratterizzare il nostro spenderci tra i fratelli, in famiglia, sul lavoro, nella Chiesa e nel mondo intero con la certezza che Dio conosce la sincerità del nostro cuore.

Chiedo, per me e per voi, a Gesù Nazareno di riuscire a imitarlo in questi suoi sentimenti. Auguri!

padre Ottorino Vanzaghi, parroco

Emilio De Santis, il cammino che porta al diaconato: per servire

Diacono. Molti, interrogati su chi sia, risponderebbero: «Beh, è quasi un prete». Per capire meglio abbiamo chiesto a Emilio De Santis – medico di 63 anni, sposato da 36, padre di cinque figli, due dei quali adottati, che domenica 15 novembre sarà ordinato in duomo dall’arcivescovo Nosiglia – parrocchiano di Gesù Nazareno dal giorno del matrimonio, di spiegarci perché e come si diventa diaconi.

Emilio, un grande sorriso semi nascosto dalla barba candida non si tira indietro:«Il diacono è il servitore, colui che che affianca presbiteri e vescovi, li aiuta», testimone del sacerdozio di Cristo. Il Concilio Vaticano II ha rivalutato l’importanza dei diaconi e la Lumen Gentium ricorda che ad essi le mani vengono imposte “non per il sacerdozio, ma per il servizio”, per la vita della Chiesa.

Anche per Emilio questa è stata la molla: servire. «Un cammino progressivo, sempre condiviso con mia moglie: la partecipazione alla vita della comunità parrocchiale di Gesù Nazareno – in particolare con l’esperienza del Vangelo nelle case, dapprima come partecipante e poi come responsabile negli ultimi undici anni –, l’educazione dei figli, la scelta dell’adozione e la condivisione del cammino di coppie che tentavano quella internazionale, la condivisione di un percorso di confronto formativo di fede all’interno dell’Equipe Notre Dame».

Poi la decisione. «Dapprima, due anni da aspirante diacono, poi, dopo la scelta definitiva, condivisa anche dalla moglie che la manifesta pubblicamente, altri tre anni da candidato diacono nei quali ci si forma ulteriormente per essere pronti al servizio al quale si sarà destinati dal Vescovo».

Il che avverrà dopo che Emilio, domenica 15 novembre, sarà ordinato, ancora una volta dopo aver sentito sua moglie, che da quasi quarant’anni ne condivide il cammino, ribadire pubblicamente di essere concorde.

Dove andrà a servire, Emilio? «Dove deciderà il vescovo, lui sa dove c’è bisogno di me».

Il 15 novembre il vescovo Nosiglia ha destinato Emilio De Santis a Gesù Nazareno.

Mauro Fresco

La Festa delle famiglie ha aperto l’anno pastorale

Una due giorni intensa per l’apertura dell’anno pastorale, il 3 e 4 ottobre a Gesù Nazareno. La “Festa delle famiglie” è cominciata sabato pomeriggio nel cinema Esedra con la proiezione del film La famiglia Beliér, che ha divertito le circa 150 persone presenti. Il dibattito che ne è seguito ha permesso di approfondire temi diversi, dal rapporto genitori-figli ai legami familiari e alla difficoltà del distacco e, in particolare, come la Chiesa e la famiglia stessa siano luoghi di ascolto, discernimento e missione.

La preghiera in chiesa alle 19,30 – in concomitanza con l’apertura del Sinodo dei vescovi –, malgrado l’ora tarda e la pioggia battente, ha coinvolto molte famiglie, alcune con figli, e non tutte avevano partecipato alla proiezione precedente.

La messa di domenica alle 10 ha riempito la chiesa, con una partecipazione sentita da parte dei tanti gruppi che animano la vita della comunità parrocchiale. Successo anche per la caccia al tesoro in quartiere, momento giocoso e gioioso conclusosi con l’abbondante e ottimo pasto comunitario in oratorio.

“Abbiamo iniziato l’anno pastorale molto bene – commenta il parroco padre Ottorino Vanzaghi – e tutti abbiamo compreso che la Chiesa deve aprirsi all’esterno, come ci suggerisce papa Francesco. La presenza di alcune famiglie musulmane al gioco e al pranzo sono un segno tangibile di questa volontà”.

Il concerto degli Alunni del Cielo

Gli Alunni del Cielo in concerto con “Revival” nella chiesa di Gesù Nazareno, in piazza Benefica, sabato 10 ottobre 2015 alle 20,45. Ingresso libero.

Il concerto è a sostegno del progetto “Dalla Strada Alla Vita”, promosso dall’associazione Amici di Lazzaro per aiutare e sostenere tante donne e ragazze che escono da situazioni di sfruttamento e grave povertà. Per informazioni su +39 3404817498 (whatsapp) oppure info@amicidilazzaro.it

Si può sostenere il progetto con una donazione su BancoPosta cod. IBAN: IT 98 P 07601 01000 0000 27608157, causale “Dalla Strada Alla Vita”.

 

Torino Spiritualità a Gesù Nazareno

Conversione a “U”: spesso pensiamo a noi stessi come a uomini e donne pienamente compiuti, ma chi ci dice che non cambieremo ancora? Ogni vita racchiude la possibilità di trasformarsi in qualcosa di nuovo, di imboccare strade che conducono a mete neppure immaginate. Francesco Lorenzi, leader della rock band The Sun e Paolo Curtaz, prete per vent’anni e ora evangelizzatore, raccontano i propri percorsi, tra deviazioni tortuose e meravigliose sorprese, venerd’ì 25 settembre alle 21, nella chiesa di Gesù Nazareno, in via Duchessa Jolanda 24, a Torino.  Ingresso libero fino a esaurimento posti.  L’incontro è uno dei tanti appuntamenti di Torino Spiritualità: il calendario completo e altre informazioni su torinospiritualita.org

Ottobre 2015, una festa per la famiglia. La sfida di Gesù Nazareno

Famiglia: il vocabolo si avvita su se stesso, rimbalza dalle pagine dei quotidiani ai bit del web, scatena discussioni tra amici, anima dibattiti. papa Francesco ne ha fatto il centro della catechesi del mercoledì.

La realtà quotidiana delle persone che le compongono è spesso fatta di alti e bassi, di gioie e dolori, di entusiasmi, reticenze, conflitti, amore e menzogne, fatica.

La comunità raccolta nella parrocchia di Gesù Nazareno ha individuato le famiglie come riferimento per l’azione pastorale, la “piccola Chiesa domestica” come motore del vivere cristiano.

«Un percorso che comincia con i fidanzati che scelgono il matrimonio cristiano – racconta Susanna Fantini, membro della commissione famiglia, espressione del Consiglio Pastorale Parrocchiale – per proseguire in tutti gli ambiti. Quest’anno ci sono stati tre corsi in preparazione al matrimonio che hanno coinvolto circa trenta coppie. Approfondiamo insieme i motivi della decisione: come dice il nostro parroco, padre Ottorino Vanzaghi, chi sceglie il matrimonio cristiano accetta di sposarsi in tre. La presenza del Cristo chiede alla coppia un cammino di preghiera, accoglienza, dialogo, perdono».

Un viaggio che prosegue e che è importante fare con altri. «Alcune coppie, dopo il matrimonio, continuano a frequentarsi, iniziano percorsi di catechesi, si confrontano, anche grazie a nuove tecnologie, come i gruppi su Facebook o su WhatsApp. In parrocchia proponiamo incontri per i giovani sposi – ricorda Susanna – che, con l’arrivo dei figli, diventano preparazione al sacramento del battesimo».

La domanda di sacramenti è spesso la molla che spinge ad avvicinarsi o riavvicinarsi alla parrocchia, per chi è arrivato da poco in quartiere è l’occasione per scoprire la comunità di Gesù Nazareno. Le coppie con bambini fino a sei anni possono partecipare agli incontri familiari di “pre-catechismo”, anche questi occasione di scambio di esperienze alla luce della Parola.

«Molte coppie di adulti si incontrano con regolarità per una revisione di vita – spiega Susanna – con modalità e stili diversi: alcune fanno riferimento al metodo delle Equipe Notre Dame, altre sono attive nei Corsi di Preparazione al Matrimonio, altre ancora fanno riferimento alle Famiglie Dottrinarie, con scambi proficui di parrocchiani di Salerno, Vittoria e Roma».

La Commissione famiglia cerca il confronto anche con gli altri ambiti pastorali: la catechesi familiare in preparazione al sacramento dell’Eucarestia, i giovani dei gruppi, la commissione carità che è vicina a tante famiglie in difficoltà economica. «L’obiettivo è l’unitarietà dell’azione pastorale, avendo come riferimento le famiglie, in comunione con tutta la Chiesa che si sta preparando al Sinodo convocato proprio sul tema della famiglia. Abbiamo lavorato anche alla compilazione dei questionari diocesani che formeranno la piattaforma di discussione per il Sinodo – ricorda Susanna – e i temi forti che sono emersi sono quelli legati alle scelte di convivenza, alle coppie che si formano dopo una separazione e a quelle che soffrono per difficoltà procreative».

Temi “caldi” che devono essere affrontati sotto il cielo grande della Misericordia, titolo non a caso voluto da papa Francesco per l’anno giubilare. «Non è sempre facile trasmettere a tutta la comunità parrocchiale e soprattutto a chi ne è ai margini – ammette Susanna – i risultati e il senso del lavoro enorme che si fa in Consiglio pastorale e nelle commissioni. Dobbiamo comunicare meglio, essere più accoglienti soprattutto con chi vive un momento di difficoltà e, sentendosi in un angolo, sceglie di ritrarsi in disparte. Per questo il 4 ottobre proporremo una giornata della famiglia a tutto il quartiere. Sarà l’occasione – anticipa Susanna – per raccontare quanto si fa nella parrocchia di Gesù Nazareno, una giornata di festa durante la quale ospitare testimonianze forti di vita familiare, con un invito stringente alle famiglie della comunità che parteciperanno: portate con voi una famiglia che si considera “lontana” dalla Chiesa, fate loro scoprire la bellezza di Gesù Nazareno».

Mauro Fresco

Il racconto della fede: con i catechisti alla scoperta di Gesù

Cristina Stroppiana, da molti anni catechista in parrocchia, coordina la commissione catechesi del Consiglio pastorale di cui fanno parte anche Paola Ardissone, che segue la prima fase del percorso del catechismo, e Gabriella Bollani, referente per il catecumenato.

Catechismo a Gesù Nazareno: facciamo il punto?

“Nella nostra parrocchia utilizziamo il metodo della catechesi biblico-simbolica che, partendo dalla conoscenza della Parola nell’Antico e nel Nuovo Testamento e scoprendo i simboli e i segni ricorrenti, ripercorre il cammino della salvezza, dai Patriarchi a Gesù. Un percorso di tre anni rivolto ai bambini delle elementari, in vista della prima comunione, che prosegue per altri tre all’interno dei tre gruppi giovanili con la preparazione alla cresima. Fare parte di un gruppo è condizione necessaria perché si arrivi alla cresima, dopo aver fatto esperienza di vita comunitaria. L’ultimo anno di preparazione al sacramento è organizzato in quattro incontri intergruppo sui grandi temi della confermazione (vocazione, Chiesa, sacramenti e doni dello Spirito). Questi ritiri sono pensati anche per permettere ai ragazzi di conoscersi tra loro, nell’idea di costruire una comunità coesa.

Per i non battezzati, che vogliono accostarsi alla vita cristiana e ai sacramenti, c’è il percorso di catecumenato che culmina nella notte di Pasqua con il battesimo, la comunione e la cresima”.

Qual è il ruolo delle famiglie nel percorso di catechismo?

“Cerchiamo di coinvolgere le famiglie, soprattutto per la preparazione alla prima comunione. I genitori affiancano i catechisti. Il lavoro comune a ogni gruppo di dieci o quindici bimbi viene gestito dal catechista, mentre nella seconda parte della riunione ci si divide in gruppi più piccoli, alla presenza dei genitori, in modo che i bambini possano esprimersi e ascoltarsi più facilmente. Alle mamme e ai papà è offerta la possibilità di formarsi per questo servizio, con un incontro mensile che, da un anno a questa parte, viene organizzato dalla diocesi.

Tutto questo riguarda il catechismo del pomeriggio; da quest’anno c’è poi anche un gruppo di catechismo familiare”.

Come funziona?

“Il catechismo familiare è un’altra formula possibile per insegnare insieme il catechismo. Il gruppo è coordinato da due nuclei familiari di riferimento. Una volta al mese, la domenica, dopo la messa delle 10, ci si ritrova insieme per tutto il giorno. Il parroco Ottorino guida gli adulti in un momento di formazione, mentre i bimbi giocano, poi si pranza in parrocchia. Ogni volta ci si lascia con qualcosa da fare o su cui riflettere per la domenica successiva. È capitato anche che si visitassero luoghi significativi, come una comunità d’accoglienza per minori. Questa del catechismo familiare è una bella avventura. Certo per attecchire richiede di coltivare una nuova logica di grande coinvolgimento degli adulti, ma funziona!”.

Come ci si iscrive al catechismo?

“Tutte le iscrizioni vengono presentate al parroco, in settembre. Nell’ultimo anno i bimbi erano molti, ottanta. Si cerca di dare spazio a tutti, ma dato il numero così grande di richieste non riusciamo, purtroppo, ad accogliere famiglie che vivono in altre parrocchie”.

Le proposte di catechesi per gli adulti e per gli adolescenti sono molte e diverse in parrocchia. Le potete approfondire nelle pagine del sito.

Annalisa Ambrosio

Giovani del Nazareno: camminare insieme per restituire quanto si riceve

Diego Serra, 31 anni, membro della Comunità capi del Torino 6, il gruppo scout della parrocchia, insieme a Claudia Natalini del Gruppo Uno e a Francesco Capetti del MEG, rappresenta i giovani della comunità nella commissione dedicata del Consiglio pastorale.

Con lui facciamo un bilancio dell’anno pastorale appena concluso.

Di che cosa si è occupata la vostra commissione quest’anno?

Noi tre, come commissione giovani, ci riuniamo prima di ogni Consiglio pastorale. Per esempio, adesso, ci incontreremo in vista del terzo consiglio di quest’anno, il 16 giugno.

Gruppo Uno

La famiglia è stato il tema dell’anno, un tema sul quale già ci confrontiamo abitualmente con i gruppi. La nostra è una funzione di coordinamento: se c’è bisogno che i gruppi intervengano per fare qualcosa, in quanto giovani della parrocchia, si fa presente in questa sede e a noi spetta il compito di spargere la notizia e capire chi può rendersi utile e come.

I gruppi giovanili come possono fare comunità?

È giusto che i gruppi diano sostegno alla parrocchia. Riceviamo moltissimo in termini di accoglienza, spazi e ascolto, ma a volte non ce ne rendiamo conto. Spesso è anche difficile mettersi nell’ottica di collaborare e tenere la comunità parrocchiale al primo posto rispetto tra gli obiettivi dei gruppi, perché c’è tanto da fare nelle singole realtà e si rischia perdere di vista l’insieme. Negli ultimi anni, e ora anche grazie alla nuova organizzazione del Consiglio pastorale, mi sembra che ci sia molta più interazione che in passato: questo aiuta a rendere concreti gli obiettivi comuni e a dare importanza alla comunità. Per quanta riguarda noi giovani, per esempio, il PIG, la preghiera inter parrocchiale giovanile è un bel momento per vedersi in faccia e stare insieme.

Meg

La commissione giovani è un’occasione di confronto tra gruppi giovanili della parrocchia?

Certo. Intanto, come si diceva prima, capire che si è tutti ospiti della stessa casa è un buon punto di partenza. Anche il solo fatto di incontrarsi in vista del Consiglio pastorale ci dà l’opportunità di conoscerci meglio e riportare gli obiettivi e lo spirito di Gesù Nazareno ai gruppi. Spesso la commissione agisce in questa direzione, dalla parrocchia verso i gruppi, com’è avvenuto per il nuovo sito che ci è stato annunciato in Consiglio e che abbiamo raccontato ai gruppi.

Agesci

Il sito della parrocchia può essere un mezzo utile per i gruppi?

Abbiamo parlato del sito in Consiglio pastorale e tutti ne siamo stati entusiasti: sarebbe ottimo riuscire a usare in modo sistematico il calendario per non mancare agli appuntamenti condivisi della comunità. Noi, come gruppo scout, ad esempio, usiamo le pagine private di Facebook, oltre che i siti web dei branchi, dei reparti e dei clan che sono anche segnalati sul sito della parrocchia. Quindi, più che per l’informazione interna al gruppo, il sito è un bello strumento con grandi potenzialità per sentirsi parte di una comunità più ampia.

Annalisa Ambrosio

Costruire la carità

Alberto Ansaldi, che da tempo si dedica al servizio nel gruppo parrocchiale della San Vincenzo, fa parte della commissione carità del Consiglio pastorale insieme a Susanna Alzona e Claudio Malacrino.

Di quali realtà della parrocchia si fa portavoce la commissione carità?

A Gesù Nazareno diversi gruppi si occupano di carità. In particolare la San Vincenzo, il Centro d’ascolto, Il mosaico, i Gruppi missionari, il Gruppo anziani, il Punto della gioia, Il riparo, il Centro servizi e il Banco alimentare. Il lavoro delle commissioni del Consiglio pastorale è appena iniziato, perché questa divisione è nuova e, anche se tutti sanno cosa capita negli altri gruppi, ci si conosce da poco di persona. Quest’anno abbiamo fatto due riunioni di commissione. L’idea è che ci sia un rappresentante per gruppo, ma non c’è il numero chiuso e tutti quelli che vogliono partecipare sono i benvenuti.

Come possono collaborare i gruppi di carità?

In alcuni casi i gruppi di carità collaborano già. Ad esempio, il Centro d’ascolto e la San Vincenzo sono sempre in contatto. Il Centro si occupa di ricevere le persone bisognose: se ritiene si tratti di emergenze passeggere il servizio finisce lì, con un aiuto immediato, se invece sono persone del quartiere e si può iniziare un percorso insieme, contatta la San Vincenzo. La San Vincenzo non elargisce soldi, ma entra nelle case di queste famiglie per capire la loro situazione e dare una mano tramite la distribuzione di viveri, una borsa settimanale o bisettimanale.

C’è l’intenzione da parte dei gruppi che si occupano di carità di mostrare alcuni numeri, per dare l’idea dell’impatto che si ha: è importante rendersi conto che in parrocchia c’è tanta gente che si dà da fare. È un incoraggiamento a lavorare ancora meglio.

Quali sono state le novità di quest’anno pastorale?

Tra le varie proposte, ancora da discutere e definire insieme, ci sarebbe quella di organizzare una giornata aperta a tutti, magari in piazza, forse in concomitanza con la conclusione dell’anno di solidarietà della San Vincenzo. I gruppi della parrocchia potrebbero raccontare le loro attività a chi ancora non le conosce.

I gruppi di carità come affrontano il tema lavoro?

Il Centro servizi è nato proprio con l’idea di sostenere chi non trova lavoro e facilitare la ricerca. È un compito difficile, dato il contesto economico. Fino a qualche tempo fa anche la San Vincenzo, con l’aiuto della Circoscrizione, distribuiva delle borse lavoro, contattando le aziende disponibili e pagando la metà dei contributi, così che anche le imprese coinvolte potessero averne un vantaggio. Ora si fa più fatica. Per affrontare questa emergenza, il Centro servizi, tra le altre cose, ha preparato una nuova locandina che è stata distribuita nel quartiere. Si vorrebbe stimolare da parte delle persone una collaborazione attiva, in modo che chi può dare lavoro – anche solo piccoli lavori domestici – lo faccia, senza paura di aprire le porte di casa propria, mettendo chi ne ha bisogno nella condizione di sostenersi da sé.

Annalisa Ambrosio