Messa con il popolo: le parole dei parrocchiani.

Domenica scorsa, 10 maggio, al termine della messa il parroco padre Ottorino ha preannunciato che, a partire da lunedì 18 maggio, sarà possibile tornare alla partecipazione del popolo alle celebrazioni delle messe.

Una decisione concordemente firmata dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana che, tuttavia, comporterà l’adozione di una serie di precauzioni, per evitare il diffondersi del Covid19.

L’appello di padre Ottorino ai parrocchiani affinché contribuissero alla riflessione, esprimendo i loro pensieri e sentimenti, ha avuto enorme eco.

Tutti i membri del Consiglio Parrocchiale Pastorale e delle Commissioni che rappresentano i tanti ambiti di attività della parrocchia, i giovani dei gruppi, i catechisti e molte famiglie hanno scritto o telefonato al parroco.

Le valutazioni e i commenti prevalenti concordano su due aspetti: l’indispensabile attenzione e prudenza che bisogna continuare ad avere per evitare il diffondersi del contagio e il grande senso di appartenenza, di comunità vitale, che le celebrazioni e le preghiere on line – al pari del cammino di preghiera seguendo il Vangelo di Matteo, gli esercizi spirituali e la proposta di preghiera familiare con la costruzione di un angolo per Gesù durante la Quaresima – hanno comunque permesso di vivere in pieno la comunione spirituale con il Cristo Risorto, pur privati dell’Eucarestia.

E le testimonianze lo confermano: “Il momento è  incerto, i contagi calano ma non abbastanza, continueremo a sentirci uniti alla comunità partecipando alla Messa e alla preghiera in diretta o in streaming” scrive Susanna e Roberta fa eco dicendo che “non dobbiamo avere alcuna fretta, abbiamo il dovere di prenderci cura dei fratelli più fragili che abbiamo intorno, senza esporli a rischi, anche a costo di sacrifici e limitazioni di un nostro pur legittimo desiderio”.

Pur nella consapevolezza che “la messa senza concorso di popolo, così come le tante occasioni che siamo abituati a vivere in parrocchia fanno parte del nostro essere Chiesa” come ha scritto Emilio, dobbiamo “mettere alla prova la profondità della nostra fede, capace di rafforzarsi non solo in riti collettivi, ma anche in questa dimensione di comunione in solitudine” ha notato Silvia.

“Non bisogna avere fretta!” neanche per Isa e Nunzio, che continueranno a seguire la Messa e le preghiere in streaming e ringraziano per il grande dono che “ci ha permesso di rimanere uniti nella preghiera” e Lucia aggiunge che “è stato bello constatare che la nostra vita di fede non è andata in quarantena grazie all’impegno di molti, seppure con modalità e mezzi diversi”, anche perché, commenta Roberto, “Dio oltre che infinitamente buono è anche infinitamente intelligente, credo  capirà”, meglio non avere fretta.

Mauro Fresco